NOTE STORICHE |
La Cripta fu sede della confraternita della Madonna del Carmine dal 1679 fino al 1935. Da accurate ricerche in archivio troviamo menzionata la Cripta in tre tipi di fonti: atti notarili, visite pastorali e opere di storiografia locale. Atti notarili. Nell'atto rogato dal notaio Antonio Di Palma l'8 settembre 1679 si legge che "i cittadini di Ravello hanno risoluto di erigere una nuova congrega nella chiesa Cattedrale con degnazione di S. Ecc. Mons. Saggese. Il Vescovo vista la supplica acconsente e concede in perpetuo come uso la Cripta con l'obbligo di prestare a lui obbedienza. Visite pastorali. Dalla visita del vescovo Michele Bonsio del giugno 1617 apprendiamo che in Cripta oltre all'altare maggiore si trovano le cappelle di San Francesco e a sinistra quelle del sig. Petrillo de Lao. Dalla visita di Bernardino Panicola del 1665 rileviamo la notizia che si accedeva alla Cripta "per duas partes a dextris et a sinistris alarum ipsius ecclesiae", scale che sono state riaperte nel recente restauro; c'erano pure tre finestre con cancellate in ferro. Mons. Saggese nell'agosto del 1694 visita "l'Oratorio (così è chiamata la Cripta)". "Sull'altare maggiore dedicato alla Beatissima Vergine del Carmelo è una immagine grande della Vergine tutt'intorno della nube ornata di angeli e in capo con le figure dell'incoronazione della B. Vergine che prima si trovava sull'altare di Santa Maria Vetrana e fu traslata in detto Oratorio con il consenso del Capitolo". Lo stesso vescovo fu sepolto nel 1694 nella Cripta di fronte alla cappella della Madonna del Carmine. Dalla visita di Biagio Chiarelli del giugno 1743 evinciamo che nella Cripta "in cornu epistolae" era un altare sul quale si trovava la statua marmorea di San Gennaro. Storiografia locale. Francesco Panza storico amalfitano nella "Istoria dell'antica republica di Amalfi" del 1724 parla del "succorpo in cui vedonsi moltissime statue di marmo e di particolar scolture". Illuminante, invece, la descrizione del canonico Luigi Mansi nella sua "Ravello Sacra- Monumentale" pubblicata a Ravello per i tipi Zini di Milano nel 1887. "Questo antico soccorpo della ex Cattedrale poggia sopra otto colonne, e sulle due che stanno vicino all'altare erano sette piccole nicchie di marmo le quali attualmente non più esistono (…). Vi erano tre altari, il maggiore come al presente osservasi, e di marmo con qualche disegno di mosaico. L'altro altare dalla parte dell'evangelo era dedicato a San Francesco d'Assisi, ed apparteneva alla famiglia de Spiritu Napolitano. Il terzo altare dal lato dell'epistola fu trovato sin dal 1577 sempre denudato, e venne demolito sul principio del secolo XVIII ". Il canonico parla anche di una nicchia con rilievi dorati sul legno dove "attualmente conservasi la statua di marmo di San Gennaro" di sarcofagi e di organi lì presenti. |
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