Ravello è stata definita "un museo all'aperto", sia per la straordinaria singolarità del suo paesaggio, che spazia dai monti al mare, sia per la meravigliosa bellezza dei suoi monumenti sacri e profani. Mancava, però, un vero e proprio museo, che tenesse visibile alcune tra le più importanti testimonianze storiche del suo patrimonio artistico, rimaste smembrate, purtroppo per le tormentate vicissitudini dei secoli; nonché alcuni pezzi del Tesoro della Chiesa, preziosi non solo per materiale, ma per ricchezza di arte e di fede che animarono nobili famiglie del popolo ravellese negli anni lontano. La realizzazione di esso, auspicata sin dal 1973, si ebbe grazie all'intervento del Soprintendente dei Beni Ambientali-Architettonici-Artistici e Storici di Salerno, arch. Mario De Cunzo; l'allestimento fu curato dalla dottoressa Deca De Martini nella Cripta del Duomo. Il Museo fu inaugurato il 3 luglio 1983. Da quel giorno esso è diventato un ulteriore e stimolante motivo di attrazione dei turisti di ogni città d'Italia e di ogni nazione, la cui presenza resta testimoniata nei vari registri con lusinghieri giudizi. Dopo un decennio si è imposta, però, la necessità di ampliarlo per l'esposizione di altri pezzi rimasti nei depositi e di rinnovarlo con più efficiente criterio espositivo e con più moderne strutture. I lavori per la completa e definitiva sistemazione dell'ambiente e del materiale museale sono state curati dagli architetti Luigi Di Vito, Antonietta Groia e Francesco Saverio Giasio. Il Museo è stato ampliato e la Cripta è stata messa in comunicazione con una sala voltata a botte che si affaccia sulla navata destra della Cattedrale ove c'è l'ingresso.
|