Rufolo
Bandato di rosso e di argento, al capo di rosso con tre gigli
d'oro allineati in fascia. Illustre e potente Casa Ravellese
ritenuta primogenie di Publio Rofo Tribuno della plebe e poi
Console nel 105 av. Cristo.
In un Sarcofago incastrato ad un muro del Duomo di Amalfi
vi è la
seguente epigrafe:
HIC INTUS HOMO VERUS CERTUS OPTIMUS
RECUMBO
QUINTUS FABRITIUS RUFUS NOBILIS DECURIO
I Rufolo erano Gabellieri nelle Puglie ed enormente ricchi
per il vasto commercio da essi largamente esercitato.
Nicola ed Orsoe Rufolo di Ravello mutarono ingenti somme
di danaro a Carlo I d'Angiò. Matteo, figlio di Nicola fu
consigliere dello stesso Re Carlo I e secreto e portulano delle
Puglie. I Rufolo ed i della Marra si eranoresi arbitri delle
dogane di Barletta e Trani ed accumularono così ingentissime
ricchezze, esercitando il commercio specialmente di frumento
anche per conto del Re.
Vi furono poi Giovanni, vescovo di Ravello (1157-1210);
Francesco, vescovo di Nola 1270; Giovanni vescovo di Vico
Equenze 1298;
Pellegrino vescovo di Ravello 1400; Nicola giureconsulto
insigne del quale alcune allegazioni trovansi registrate
nel codice
di Luca di Penne. Nicolaum Rufum de Ravello legum doctorem,
jus civile in Napolitano studio interpretari ac legere.
Carlo nativo di Napoli ed ivi giureconsulto di gran fama,
sepolto in San Domenico Maggiore in cui evvi lapide ricordandone
la
morte avvenuta il 4 agosto 1306.
Questa casa è mensionata nel privilegio a prò della
nobiltà di Ravello della regina Giovanna II e
fu ascritta al patriziato napoletano del Seggio di Nido.