San Pietro alla Costa
La Chiesa, per essere stata costruita sulle
pendici degra- danti verso il mare, non lontano dalla cala
di Marmorata,
fa supporre
che a fondarla possa essere
stata la ricca famiglia di un valentuomo sbarcato sulla costa e lì insediatosi.
Furono, infatti, mercanti ravellesi ad innalzare in Bari un santuario e in
Melfi un monastero, nel IO44, in onore di San Pietro apostolo. La sua origine
siJa risalire al secolo X: è forse la più antica chiesa di Ravello,
titolo che condivide con la Chiesa di San Michele Arcangelo di Torello. Fu
costruita ad impianto romanico con tre navate divise da colonnati di tre monoliti
di granito ognuno. L'ingresso era sotto il portico, com'è oggi,
con volte sostenute da due colonne di granito e capitelli romani. Sette
grandi
colonne di granito
grigio sono geometricamente disposte a sostegno delle volte diseguali del
portico, cinque di esse poste in nicchie delle mura, dopo lunghi
secoli di abbandono sul selciato: esse, sino alla metà del secolo
XVIll, erano il sostegno e contorno della navata centrale della Chiesa
antichissima, che aveva tre colonne per lato.
Della sesta colonna interna, purtroppo, si sono perse le tracce. Le due
colonne centrali, con capitelli di marmo, sono dell ' antico portico. Entra
nella Chiesa,
passando dal portone centrale, che è sovrastato da un affresco in una
ogiva dove sono San Pietro, San Paolo e la Madonna delle Grazie, ripetizione
scadente del quadro che è sull'altare maggiore. E' una piccola Chiesa,
che subito denuncia le sovrapposizioni barocche, evidenti nelle finestrelle che
rischiarano la navata centrale, un tempo racchiusa da due colonnati. Nell'abside
quadra è posto l'altare maggiore che poggia su dieci snelle colonnine
in marmo. Sul fondo troneggia il grande quadro raffigurante i Santi Pietro
e Paolo sotto un coro d'angeli, che attomiano la Madonna.
Altre due tele riempiono le arcate della parete destra: una drammatica e
livida "Deposizione" e
una "Madonna col Bambino" con angeli e anime dannate, di oscura
fattura.
Aggiunta nel 1977 , a sinistra corre una navatina laterale a tetto piano, che
ha anche una piccola porta d'uscita sul portico.
L' altarino sul fondo proviene dalla sconsacrata Chiesa di San Giovanni alla
Costa.
A sinistra, sotto un arco, è posto il fonte battesimale in marmo.
Particolarissima è la parte posteriore della Chiesa, a cui si accede attraversando
la sagrestia, nella quale degno di nota è un lavabo in marmo sporco inserito
nel muro: è del 1629 e porta il nome del donatore, Domenico Russo.
Usciamo dalla sagrestia sul retro del tempio e dalla ter- razza diamo uno sguardo
al panorama sottostante della costa, che si contorce bellissima seguendo il profilo
del mare. Sulla sinistra una sequela di case rurali copre il crinale di Torello,
sul quale domina la Chiesa di San Michele, stagliata sulle limonaie del monte
di Minori.
Mediante una scala a chiocciola si può raggiungere la sommità del
tetto a spioventi, ove s'inserisce il tozzo campaniletto quadro a due ordini,
chiuso da una calotta emisferica.